aggiornamento del
Il cavallo tipico che si trova in Mongolia
è il Przewalski, chiamato anche Takhi, e prende il nome dal
generale russo Nikolai Przhevalsky vissuto a metà del 1800
(1839-1888), nonchè esploratore e naturalista.
La forma del
"Przewalski" corrisponde alla traslitterazione polacca del nome
russo. Prewalski fu il primo a descrivere, nel 1881, questo
cavallo, durante una spedizione da lui stesso guidata e volta
proprio a trovare tracce certe di questo animale, del
quale, fino ad allora, si avevano solo poche notizie confuse.
Intorno al 1900, Carl Hagenbeck ne catturò alcuni esemplari,
poi ceduti a diversi zoo del mondo.
In Mongolia,i
cavalli allo stato brado subirono, a causa di diversi fattori,
un forte calo durante il XX secolo, fino a scomparire del
tutto negli anni sessanta: l'ultimo branco fu avvistato nel
1967 e l'ultimo esemplare allo stato brado nel 1969.
Le
spedizioni successive non hanno più trovato traccia dell'animale.
Una delle principali cause dell'estinzione del cavallo di
Przewalski allo stato selvatico fu la caccia: grazie alla
clorofilla presente nell'erba, infatti, nella gola del cavallo di
Przewalski si forma un muco particolare, denso e verde, che si
pensava potesse curare una malattia particolarmente diffusa
all'epoca dell'estinzione di questo animale dalla Mongolia.
Nel 1977 fu creata la "Fondazione per la Preservazione e la
Protezione del Cavallo di Przewalski": cominciò così un
programma di scambio di esemplari tra i diversi zoo, al fine di
limitare gli incroci tra consanguinei; più tardi iniziò il
vero programma volto ad aumentare il numero di capi. Nel 1992,
la Fondazione reintrodusse 16 cavalli in Mongolia, in quello
che nel 1998 divenne il Parco Nazionale Hustai, a cui poi se
ne aggiunsero altri.
Nel 2006 i takhi poteva felicemente contare
su ben 2000 capi allo stato brado e riuniti in splendidi branchi.
Ad oggi, nel 2010, il programma di
ripopolamento continua con un certo successo, con numerosi
esemplari autosufficienti ed in liberta`.
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